Se il prodotto è di qualità (e made in Italy),
non può costare poco
Pubblicato il 10 Febbraio 2014
Se il prodotto è di qualità (e made in Italy), non può costare poco. O meglio, non può essere sottocosto. Quest’affermazione dovrebbe essere scontata, eppure, causa anche la crisi che ha intaccato la capacità di spesa delle famiglie, sempre meno italiani si rendono conto della situazione. Al punto che gli scaffali commerciali sono sempre più pieni di alimenti taroccati.A parte i rischi di salute a cui ci si sottopone consumando prodotti che non sono garantiti (con futuri aggravi del welfare), la scarsa attenzione verso il made in Italy a tavola rende più deboli le aziende italiane, con due svantaggi immediati per tutti. Ci sono imprese che non riescono a crescere ed essere più forti perché magari non hanno sufficienti vendite proprio in Italia. E, in aggiunta, la scarsa tutela della qualità in Italia (pensiamo solo alla blanda e tardiva reazione del mondo dell’
olio dopo i fondati attacchi sulla pessima qualità del
made in Italy taroccato) apre la strada all’
agropirateria internazionale. Una realtà che comporta danni per mancati ricavi del nostro sistema produttivo di almeno 60 miliardi di euro…
Una situazione che da tempo è denunciata a più livelli, ma che non ha ancora portato ad alcuna iniziativa forte. Sul mercato interno come all’estero non siamo in grado di valorizzare le nostre produzioni Dop di qualità, perché forse non abbiamo la forza (o il coraggio) di battere sul fattore prezzo. Cosa che invece i francesi hanno saputo fare benissimo. Un richiamo in tal senso è venuto anche dalla più importante ristoratrice italiana nel mondo, Lidia Bastianich (alla cui famiglia fanno capo 27 ristoranti negli Usa). In un’intervista, non a caso realizzata nello stand del Consorzio Grana Padano a Identità Golose, ci ha ricordato come negli Stati Uniti ci siano tanti finti alimenti italiani, ma se si vogliono avere prodotti buoni e autentici bisogna pagarli cari. Ed è su questo tasto che si deve insistere: la qualità si paga e l’Italia deve difendere e valorizzare la sua qualità. Anche a tavola.